Celebrando Sant’Antonio Abate con un Falò
Come ogni anno arriva il Falò di Sant’Antonio a Varese
Ogni anno il 16 e 17 gennaio a Varese si festeggia la Festa di Sant’Antonio accendendo l’ormai tradizionale falò davanti alla chiesa omonima in piazza della Motta, sede storica del mercato.
La festa è molto cara ai varesini, che intervengono sempre numerosi, superando spesso anche i duemila partecipanti. Oltre alle celebrazioni religiose e al falò, viene riservato uno spazio alle trazioni e ai prodotti tipici locali, con bacherelle alimentati di ogni genere.
Il significato religioso della festa è la celebrazione di Sant’Antonio Abate, eremita egiziano, patrono degli animali domestici e di tutti coloro che lavorano il fuoco.
Secondo la leggenda, mentre Sant’Antonio si contendeva con il demonio le anime dei peccatori, il suo maialino creava scompiglio tra i demoni. Da qui è nato il termine “Fuoco di Sant’Antonio” per indicare quelle malattie dermiche che si presentano sottoforma di eritemi e che, secondo la tradizione, l’eremita riuscisse a curare.
Durante la giornata del 16 gennaio vengono celebrate due funzioni religiose e alla sera viene acceso un falò nella piazza antistante la chiesa, proprio Piazza della Motta. Nel falò vengono buttati i bigliettini su cui donne e uomini scrivono le proprie richieste d’amore a Sant’Antonio. Questa usanza risale ai tempi in cui gli uomini emigrati in Germania e in Svizzera tornavano a casa e le donne del tempo chiedevano a Sant’Antonio di fargli trovare un uomo pronunciando la seguente filastrocca:
“Sant’Antonio del purscèl/ fam truva un om che sia bel/damel picul damel grand/ ma damel mia con stort i gamb” (Sant’Antonio santo del maiale, fammi trovare un uomo da sposare, che sia grande o piccolo, ma non con le gambe storte).
Nella mattina del 17 gennaio, alla conclusione della messa solenne, vengono benedetti tutti gli animali e vengono lanciati in aria dai bambini dei palloncini contenenti anch’essi bigliettini. Si tratta di una tradizione davvero spettacolare, da non perdere.